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Carlo Felice e la moneta d’oro senza codino

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La moneta d'oro di Carlo Felice re di Sardegna

Nelle monete emesse da Carlo Felice compare un piccolo dettaglio, indizio della rottura con il predecessore Vittorio Emanuele I: il nuovo re di Sardegna non ha più il codino che era una moda ereditata dalla corte di Versailles. A prima vista può sembrare una cosa di poco conto, ma in realtà con questo cambiamento nel look, Carlo Felice voleva letteralmente dare un taglio con il passato per comunicare ai sudditi un’immagine più moderna di sé e prendere le distanze dal fratello e da un periodo piuttosto tumultuoso.

Carlo Felice di Savoia, re di Sardegna

Carlo Felice non era destinato e nemmeno aspirava a diventare re. Tuttavia si ritrovò sul trono reale per necessità perché i fratelli maggiori, Carlo Emanuele e Vittorio Emanuele, non avevano eredi maschi vivi e il nipote Carlo Alberto pagava l’ambiguità mostrata durante i moti carbonari tra il 1820 e il 1821. Di conseguenza, in seguito all’abdicazione di Vittorio Emanuele I,  Carlo Felice salì al trono il 25 aprile 1821.

Il re diede inizio alla repressione degli insorti mediante commissioni straordinarie per giudicare i ribelli e giunte d’inquisizione politica per l’epurazione dell’esercito e della burocrazia. Prese in mano la situazione che era sfuggita a Vittorio Emanuele I e, per via dei suoi modi rigidi e autoritari, tornò in auge il soprannome di “Carlo Feroce” che gli venne affibbiato già ai tempi in cui era viceré di Sardegna. Tuttavia, amministrò il regno scrupolosamente, all’insegna della severità ma anche con una visione innovativa dal punto di vista urbanistico, economico, culturale e artistico. A lui si devono, per esempio, la creazione del primo nucleo del Museo Egizio di Torino e la fondazione della società Reale Mutua Assicurazioni.

Carlo Felice morì il 27 aprile 1831 a Torino. Con lui, che non aveva eredi diretti, si estinse la linea principale dei Savoia e la corona passò a Carlo Alberto del ramo dei Savoia-Carignano.

Il doppio marengo d’oro di Carlo Felice

Comprendendo perfettamente il valore propagandistico delle monete, Carlo Felice fu geniale nello sfruttarne le potenzialità e nel rimarcare la sua distanza dal predecessore. Su tutte le monete emesse durante il suo regno vediamo dunque scomparire quel codino raccolto sulla nuca con un nastro di pregiata seta nera secondo la moda della nobiltà francese dell’epoca. Lo notiamo chiaramente nella moneta d’oro da 40 lire che reca sul diritto l’effigie del re rivolto a sinistra e sul rovescio lo stemma completo di Casa Savoia coronato e fregiato del Collare dell’Annunziata entro due rami di quercia.

40 lire d'oro di Carlo Felice

Moneta 40 lire d’oro di Carlo Felice re di Sardegna (1825)

Ai più attenti può saltare all’occhio che il 40 lire non è perfettamente coerente con il sistema decimale, ma c’è una spiegazione. Nei sistemi monetari precedenti gli alti valori erano rappresentati da multipli di 2 della moneta base in oro e, poiché nel sistema decimale derivato dalla Rivoluzione francese la moneta base in oro era il marengo da 20 lire, i multipli sono i valori di 40 e 80 lire.

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