L’intervista
su “Liberi Tutti” in edicola il 15/02/2019 e online su www.corriere.it
Alberto Bolaffi, c’era una volta il francobollo: «Ucciso da Tv e Web»
di Gian Paolo Ormezzano
su “Liberi Tutti” in edicola il 15/02/2019 e online su www.corriere.it
Alberto Bolaffi, c’era una volta il francobollo: «Ucciso da Tv e Web»
di Gian Paolo Ormezzano
Chi dice di non avere mai fatto o sognato la collezione di francobolli alzi la mano acciocché gli venga tagliata, come si conviene ai mentitori secondo i codici penali di certi Paesi. Anche Alberto Bolaffi, torinese ottantaduenne, ha fatto la sua collezione di francobolli, quando era bambino e il nome di suo padre, Giulio Bolaffi, significava già per Torino-Italia-Europa-Mondo francobolli d’epoca, francobolli speciali, francobolli appunto da collezione. Ora il tutto sembra un bel po’ spento e Bolaffi dice un perché: «Il francobollo assolveva anche ad una funzione culturale, o quanto meno informativa, offrendo immagini di templi e monumenti famosi, quadri e sculture celebri, uomini importanti dell’arte, della scienza, della storia, e anche rare specie di fauna e di flora, e visioni dei posti più belli o interessanti del mondo. Quello che adesso fanno soprattutto la televisione col suo immane succedaneo Internet, e si capisce la stampa, il teatro e il cinema con ogni genere di illustrazione: cose belle o interessanti e di grande presa popolare». I governi poi hanno «inquinato» il francobollo, favorendo l’emissione di serie a puro scopo speculativo.