Marco Aurelio fu l’ultimo della serie dei “buoni imperatori”, come Niccolò Macchiavelli definì quei sovrani illuminati che per circa un secolo, a partire da Traiano, governarono Roma. Saliti al trono dopo essere stati adottati dal predecessore che vedeva in loro grandi capacità di comando, riuscirono a guidare l’Impero nel suo periodo di massimo splendore. Nella prima parte del suo governo, Marco Aurelio regnò insieme a Lucio Vero. I due sovrani riuscirono a dividersi i compiti, con il secondo che si occupò delle campagne militari e in particolare di quella contro i Parti.
Tra Marco Aurelio e Lucio Vero c’era grande stima reciproca, come testimoniano le monete dell’epoca. Particolarmente significativo in questo senso è l’aureo con il quale Marco Aurelio affidava Lucio Vero alla protezione della Salus, augurandogli dunque la salute.
Marco Aurelio, nato nel 121 d.C. da famiglia romana di antichissime origini, sposò la figlia dell’imperatore Antonino Pio, il quale lo adottò e gli conferì il titolo di Cesare. lo designò così alla sua successione, evento che si verificò nel 161 d.C.
Marco Aurelio salì al trono con Lucio Vero come co-imperatore. Nonostante la regola volesse che i due avessero lo stesso potere, Marco Aurelio ebbe sempre un’influenza maggiore. A Lucio Vero andò invece il comando militare che lo impegnò in diverse campagne ai confini dell’Impero Romano.
Oltre che ad avere compiti diversi, i due imperatori erano molto diversi caratterialmente. Marco Aurelio mantenne uno stile di vita sobrio e privo di arroganza, in linea con la profondità dei suoi studi. Lucio Vero condusse invece uno stile di vita particolarmente lussuoso. Amante dei banchetti, si circondò di musicisti e attori che invitava nella sua celebre villa romana per celebrare feste che duravano fino all’alba.
Tra il 162 e il 166 Lucio Vero fu a capo di una campagna militare contro i parti, nella quale dimostrò un’ottima attitudine al comando. Il re Vologase IV aveva infatti condotto un’offensiva contro le province romane di Siria e Cappadocia. Mezzo secolo dopo le campagne di Traiano, era di nuovo necessario un intervento lungo il limes orientale dell’Impero. Tuttavia, Roma non poteva stare senza imperatore e venne quindi scelto uno dei due reggenti per condurre l’operazione militare contro i parti. Tra i due, venne scelto Lucio Vero. Secondo alcuni, era lui il più adatto a condurre le legioni in battaglia; secondo altri, questo era un modo per contenere la sua dissolutezza e renderlo più adatto al governo.
Lucio vero si distinse al comando dell’esercito, rimettendo in riga dei soldati che ormai si erano adagiati dopo anni di pace. Prese saldamente le redini delle legioni ma, secondo le testimonianze giunte fino a noi, non abbandonò i comportamenti lussuriosi per i quali era ormai noto. Tuttavia, ci sono alcune lacune nella storiografia riferita alle guerre partiche e ai movimenti di Lucio Vero.
Un aneddoto che ancora oggi è oggetto di discussione riguarda la sua sosta a Canusium, l’odierna Canosa di Puglia, nel 162 d.C. Secondo alcune fonti storiche, il condottiero si ammalò, probabilmente colpito da un leggero ictus, e fu costretto a letto. Marco Aurelio accorse al suo capezzale per sincerarsi delle sue condizioni ed eventualmente sostituirlo al comando delle truppe. Dopo tre giorni Lucio Vero guarì e continuò la spedizione contro i parti.
Sollevato dalla rapida guarigione di Lucio Vero, tra il 162 e il 163 d.C. Marco Aurelio fece coniare una moneta d’oro dove affida se stesso e il suo co-imperatore alla protezione della Salus, la dea della salute. Il riferimento contenuto nella legenda è infatti agli Augusti, cioè ad entrambi. Al centro del rovescio compare una figura femminile, raffigurazione della divinità, che tiene uno scettro con la mano destra e con la destra nutre un serpente utilizzando una patera (contenitore di origine etrusca utilizzato dai sacerdoti).
Sul diritto è invece effigiato il busto dell’imperatore Marco Aurelio, visto leggermente di spalle e rivolto a destra. Su di esso ricade da un ricco drappeggio che copre la corazza, della quale si percepisce la spallina destra. la testa, priva di ornamenti, è arricchita da una capigliatura folta e ricciuta alla quale si accompagnano barba e baffi significativi ma non particolarmente pronunciati.
Oltre alla connessione all’evento storico della malattia di Lucio Vero a Canosa, occorsa nel 162 d.C., ci sono altri elementi più puntuali che ci permettono di datare con precisione la moneta tra il 162 e il 163 d.C. A proposito di Marco Aurelio, viene infatti indicato l’incarico di console per la terza volta, carica rivestita a partire dal 161 d.C. A restringere ancora di più il campo è però l’indicazione di tribuno della plebe per la diciasettesima volta: l’imperatore ricoprì questo ruolo il 10 dicembre 162 d.C. e lo mantenne per un anno, dopodiché venne riconfermato per la diciottesima volta.