fbpx

Cosa ci dicono le monete sulla follia di Caligola

Torna alla Sezione News
La storia di napoleone raccontata attraverso le sue monete
Napoleone Bonaparte raccontato dalle monete e dal marengo
23 Novembre 2023
Maria Luigia, la moglie di Napoleone che divenne duchessa di Parma | Bolaffi Stories
Maria Luigia, la moglie di Napoleone che divenne duchessa di Parma
29 Novembre 2023
Gli imperatori romani Caligola e Augusto

Dai racconti giunti fino ai giorni nostri, la follia è il tratto che emerge maggiormente in relazione a Caligola, imperatore romano dal 37 al 41 d.C. In realtà, Caio Giulio Cesare Germanico (questo era il suo nome per esteso) era molto popolare fra i romani grazie alle sue vittorie militari. Fu proprio in occasione di queste imprese, quando seguì il padre in guerra, che gli venne dato il soprannome “Caligola” perché era solito indossare dei sandali chiamati caligae. Gli stessi romani impararono poi a conoscere le sue stravaganze solo dopo che divenne imperatore, alla morte di Tiberio.

La monetazione di Caligola restò strettamente legata ai canoni della riforma augustea, tuttavia le monete dell’epoca, molto rare a causa del breve periodo di regno, ci raccontano alcuni diversi aspetti di questo personaggio particolare. Vediamo infatti effigiati parenti stretti come il padre Germanico e la madre Agrippina, ma anche le tre sorelle, coinvolte nella vita sentimentale di Caligola. In una moneta d’argento compare anche il volto di Augusto, bisnonno dalla linea di discendenza materna e primo imperatore romano.

La follia e il cavallo senatore

La storia di Caligola è stata tramandata dagli storiografi della romanità, in particolare da Svetonio e Cassio Sione, i quali furono poco teneri nei confronti dell’imperatore, dipingendolo come un mostro folle, sadico e crudele. Certamente gli episodi sopra le righe sono innegabili ed evidenti. Il più famoso è quello riguardante la volontà di nominare console della Repubblica il suo cavallo Incitatus, solo per umiliare i senatori e la nobiltà romana.

La follia di Caligola potrebbe avere origine dalle sue condizioni di salute. Secondo quanto riportano gli storici, già da bambino soffriva di improvvisi svenimenti e pochi mesi dopo essere salito al trono, nell’autunno del 37, si ammalò gravemente. Non è certo quale fosse la malattia, ma le ipotesi più accreditate si riferiscono ad una tra l’epilessia, l’ipertiroidismo, l’encefalite erpetica, la neurolue e il saturnismo.

Le mogli di Caligola e la relazione con Drusilla

La vita di Caligola fu piuttosto movimentata anche in ambito sentimentale. In soli 8 anni, dal 33 in poi, ebbe quattro mogli e innumerevoli amanti. Di lui scrisse Svetonio: “Quanto ai matrimoni non è facile stabilire se sia stato più turpe nel contrarli oppure nello scioglierli o nel farli durare”.

L’indole di Caligola si manifestò in particolare nei confronti della seconda moglie Livia Orestilla. Durante la festa di matrimonio della donna, l’imperatore ordinò al marito di ripudiarla per poterla risposare il giorno stesso. però la ripudiò dopo appena due mesi e la mandò in esilio per impedirle di sposarsi nuovamente.

Sesterzio di Caligola

Sesterzio di Caligola con testa laureata dell’imperatore e rappresentazione delle tre sorelle stanti di fronte (Antica Roma, 37-41 d.C.)

Caligola ebbe rapporti incestuosi anche con le tre sorelle, ma era con Drusilla che aveva una relazione più profonda e complicata. Era geloso del marito, così lo costrinse a divorziare. Dopo la morte di Drusilla, a fece divinizzare e chiamo come lei la figlia avuta dalla quarta moglie. Più sfortunata fu la sorte toccata alle altre due sorelle, Agrippina minore e Giulia Livilla. Scoperta una loro tresca con il secondo marito di Drusilla, Marco Emilio Lepido, fece giustiziare per adulterio lui e mandò in esilio sulle Isole Ponziane le due sorelle.

L’imperatore divinizzato e Padre della Patria

Nel 40 Caligola iniziò ad affiancare il titolo di principe al ruolo di divinità, veniva spesso visto in pubblico vestito come dei e semidei del pantheon romano, quali Ercole, Venere e Apollo, e si riferì a sé stesso come dio, facendosi chiamare Giove nelle cerimonie pubbliche. Si trattava di una politica insolita di divinizzazione di un imperatore ancora invita che sembrava più vicino alle tradizioni degli imperatori d’Oriente.

Denario di Caligola

Denario di Caligola con testa laureata dell’imperatore e testa radiata di Augusto divinizzato (Antica Roma, 37-41 d.C.)

Questo processo di divinizzazione è evidente nel denario d’argento che sul dritto mostra il suo ritratto e sul verso quello del primo imperatore romano Augusto. la legenda al diritto riporta il suo nome completo (“Caligola” era solo un soprannome) e le cariche di Pontefice Massimo (massima autorità religiosa del mondo romano, attribuita a vita) e di Tribuno della Plebe (di durata annuale e di grande importanza per gli equilibri costituzionali del periodo repubblicano).

Sul rovescio, Augusto appare divinizzato con una corona radiata sulla sua testa, accompagnato dal titolo onorifico di Padre della Patria. la celebrazione di Augusto come divinità era quasi d’obbligo per i suoi successori e in particolare per Caligola come discendente diretto, essendo Augusto uno dei suoi bisnonni materni. Quel titolo di padre della Patria, del quale anche Caligola era stato insignito fin dalla sua proclamazione in Senato, non è riportato sul diritto della moneta perché l’associazione tra i due ritratti avrebbe potuto essere considerata come una sorta di riconoscimento della parità di status, quasi un atto postumo di lesa maestà. Invece, l’assenza del titolo di padre della Patria riferito a Caligola sta probabilmente a significare che la sua immagine doveva essere associata a quella di Augusto come modello di comportamento, ma non che le due persone potevano essere messe sullo stesso piano.

La tragica morte di Caligola

Caligola venne assassinato il 24 gennaio del 41, durante l’annuale celebrazione dei ludi palatini. Secondo quanto riporta Svetonio, già durante le Idi di Marzo alcuni segni premonitori avrebbero preannunciato il tragico evento, con fulmini e saette sul Campidoglio di Capua e sul Tempio di Apollo Palatino. Le divinità Fortune di Anzio avvertirono Caligola dell’esistenza di un certo Cassio pronto ad assassinarlo, così lui fece arrestare (o, secondo alcuni, uccidere) Cassio Longino. ma era il Cassio sbagliato: in realtà il tribuno della guardia pretoriana Cassio Cherea era uno degli organizzatori del complotto.

Sfruttando la confusione dei ludi palatini, un gruppo di pretoriani, guidati dai due tribuni Cherea e Cornelio Sabino, tesero un agguato a Caligola e, dopo uno scontro con i suoi uomini, lo uccisero con trenta pugnalate. Nella rivolta, vennero uccise anche la moglie e la piccola figlia Giulia Drusilla, brutalmente scaraventata contro un muro.

Seguici su YouTube per non perderti nuove e appassionanti storie di monete e francobolli!

Italiano