Con i trattati di pace del 1947, veniva previsto il Territorio Libero di Trieste. Di fatto, questa regione fu divisa in Zona A e Zona B, controllate rispettivamente dal Governo militare alleato e dalla Jugoslavia di Tito.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci furono due grandi blocchi vincitori: quello degli alleati capeggiati da Stati Uniti e Gran Bretagna, e quello dell’Europa dell’Est, capeggiato dall’Unione Sovietica. Il mondo uscì chiaramente oltre che frastornat0, anche diviso dalla seconda Guerra Mondale.
Il mondo uscì dalla seconda Guerra Mondiale diviso, oltre che frastornato, e su alcune città particolarmente strategiche i due blocchi vincitori non si accordarono. Erano città di confine, territori rivendicati da più stati o città come Berlino che erano capitali di stati sconfitti. proprio il caso di Berlino è emblematico perché quella che era stata la capitale della Germania, dopo la guerra fu amministrata per diversi anni un po’ dagli americani e un po’ dai russi, con il settore occidentale sotto il controllo dei primi e quello orientale sotto il controllo dei secondi.
Sul territorio italiano, accadde qualcosa di simile a Trieste, anche se non identico a quello che accadde a Berlino che era proprio una città divisa a metà. Trieste non era divisa a metà, ma il suo territorio vedeva la presenza sia degli occidentali, quindi del governo alleato e degli Stati Uniti, sia del blocco orientale che, in questo caso non vedeva impegnati direttamente i russi, ma i soldati della neonata Jugoslavia, uno stato che gravitava con Tito nell’orbita sovietica.
In particolare, l’area triestina fu divisa in due zone. La prima fu detta Zona A ed era sotto il controllo militare occidentale e alleato. Il resto era la Zona B che corrispondeva al resto della provincia, ma non alla città, ed era sotto il comando jugoslavo. Questa situazione di anomalia si protrasse per una decina di anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, fin quando nel 1954, grazie ad accordi fra l’Italia di De Gasperi e la Jugoslavia di Tito si arrivò alla definizione della situazione. La città di Trieste e un piccolissimo numero di comuni intorno alla città rimanevano in Italia, mentre tutto il territorio corrispondente alla Zona B che passava alla Jugoslavia.
Ovviamente anche la filatelia risentì di questa particolare anomalia. Francobolli italiani e francobolli jugoslavi sarebbero risultati troppo divisivi per un territorio che era ancora combattuto da conflitti anche personali fra individui che, in alcuni casi, avevano dei rancori covati da anni e che riuscivano a trovare solo in quel periodo una pacificazione. Quindi accadde che nella zona A di Trieste, governata dagli alleati, si usassero i francobolli della Repubblica Italiana con la sovrastampa “AMG FTT” (Allied Military Government, Free Territory of Trieste; Governo militare alleato, Territorio Libero di Trieste). Invece, nella zona B si usarono dei francobolli jugoslavi sovrastampati “VUJA STT” (Vojna Uprava Jugoslavenske Armije, Slobodni Teritorij Trsta; Amministrazione militare dell’Armata iugoslava, Territorio Libero di Trieste).
In questo piccolo territorio, coesistettero così diversi tipi di francobolli. Diciamo subito che sia quelli di Trieste A che quelli di Trieste B non sono francobolli di grande rarità, a parte alcune varietà o particolarità. tuttavia possono dare vita a due collezioni della durata di 10 anni l’una, dal 1945 al 1954. Dopo questa data, infatti, la Zona A passo all’Italia e si utilizzarono solo più francobolli italiani, mentre la Zona B passò alla Jugoslavia e qui si utilizzarono solo più francobolli jugoslavi. Proprio per la sua durata limitata, rappresenta una buona opportunità per un collezionista alle prime armi che non vuole impegnarsi in collezioni più lunghe, ma vuole portare a termine facilmente una collezione di area italiana.
Di norma, i francobolli sovrastampati sono un po’ più ricercati di quelli non sovrastampati perché ovviamente le tirature dei francobolli sottostanti sono più elevati. In ogni caso, a proposito dei francobolli della Zona A del Territorio Libero di Trieste, non parliamo di una collezione di grande rarità. Ma si tratta comunque di una raccolta assolutamente abbordabile per chi volesse iniziare una collezione di area italiana puntando a completarla in tempi brevi.
Diverso è il caso del Cavallino, un francobollo di pacchi postali del 1954. Quello senza sovrastampa emesso dalla Repubblica Italiana è particolarmente raro perché oggi è sopravvissuto in pochissimi esemplari (vedi approfondimento sulla filigrana). invece, del francobollo sovrastampato ed emesso per il Territorio Libero di Trieste furono stampati molti esemplari che ebbero vita breve ma le cui rimanenze furono messe sul mercato. La conseguenza è che oggi è molto più comune il francobollo sovrastampato rispetto a quello senza sovrastampa, che è l’opposto di quello che normalmente accade.
In questa puntata di Bolaffi Stories abbiamo parlato dei seguenti francobolli:
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